Dopo un anno di grosse difficoltà per i tassi variabili, arrivati a misurare oltre 1,5 punti in più rispetto ai fissi, la stretta monetaria della Bce sembra essere sul punto di finire, con un notevole calo dei tassi. Le previsioni favorevoli sul ridimensionamento dei tassi riaprono la questione circa la scelta tra tasso fisso e tasso variabile, ridimensionando dunque la scelta, fino ad ora, prediletta del tasso fisso che ha riguardato ben il 90% di coloro che hanno acceso un mutuo.
I problemi del Tasso variabile
Difficile decifrare le prospettive future; optare per un tasso fisso o un tasso variabile implica infatti numerose previsioni che tangano conto delle prospettive di reddito, oltre che del tipo di mutuo che si sceglie. Attualmente le aspettative sulla base dei contratti futures vedono scontare l’Euribor al 2,3% a fine 2024 e al 2% a fine 2025, con un taglio di 150 punti base nel prossimo anno.
I fattori che condizionano la scelta tra Tasso fisso e Tasso variabile
Oltre le stime che tengano conto dele prospettive di reddito e del tipo di mutuo scelto, altra variabile che interviene nella scelta tra un tasso fisso ed uno variabile è anche l’entità della somma presa a prestito e la durata dell’ammortamento.
Le differenze tra Tasso fisso e Tasso variabile
Differenza sostanziale è che un mutuo a tasso fisso consente di avere la certezza di pagare la stessa rata per l’intera durata del mutuo, senza dunque pensieri o sorprese; mentre un tasso variabile comporta fattori di rischio, basti pensare a quanto comportato lo scorso anno a seguito della stretta monetaria della Banca Centrale Europea, con rate che hanno visto una crescita esponenziale. Allo stesso modo, però, attraverso l’investimento di un tasso variabile, vi sarà possibile anche beneficiare del calo della rata nei periodi di ribasso dei tassi.
Il risparmio con il taglio della Banca Centrale Europea
Il taglio da parte della Bce di 50 punti base su un mutuo di 200mila euro a 30 anni vuol dire quasi 60 euro in meno al mese, e così via proporzionalmente: un taglio di 150 punti base, dunque, ridurrebbe la rata di quasi 180 euro al mese.
Al momento le offerte migliori si trovano ancora per i mutui a tasso fisso, più vantaggiosi di circa 100 euro rispetto ai mutui a tasso variabile. Eppure, se dovesse effettivamente concretizzarsi il taglio del costo del denaro prospettato dalla Bce il vantaggio potrebbe rapidamente azzerarsi e passare a rendere i secondi più vantaggiosi rispetto ai primi.
Il Mutuo Green e il Mutuo Ristrutturazione
Nella scelta tra tasso fisso e tasso variabile, vi sono altre variabili da considerare, specie se il mutuo serve per finanziare l’acquisto di una casa o la sua ristrutturazione. I tradizionali mutui prima casa e seconda casa sono affiancati dal mutuo green, destinato a coloro che hanno intenzione di comprare un’abitazione ad alta efficienza energetica o di ristrutturare un vecchio immobile migliorandone le prestazioni.
La surroga
A riguardo delle condizioni particolarmente favorevoli che si prospettano nel corso di questo 2024, per chi ha già contratto un mutuo potrebbe essere conveniente la cosiddetta surroga, che permette di rinegoziare presso un altro istituto bancario il prestito contratto, senza costi, che sono tutti a carico della nuova banca.